mercoledì 2 marzo 2011

partecipo: GIVEAWAY, FEEDBACK


la proposta di Vogliounamelablù è impegnativa, ma ci provo lo stesso a mettere assieme un pensiero logico sull'argomento.
così, ho preso spunto dalla sua partenza e mi sono guardata anche io le statistiche, scoprendo che anche nel mio caso i più letti sono proprio i tutorial creativi. non poteva essere diversamente, d'altra parte: il mio è un blog di tutorial!
almeno così l'avevo inteso all'inizio. m'immaginavo una sorta di mega album interattivo dove conservare i miei progetti, una specie di rubricona divisa per grandi argomenti tipo: "fatto", "farò", "bella idea!", "questo no"...
poi mi sono scontrata con la realtà:
1- non so usare la piattaforma come vorrei;
2- o esprimo la mia creatività, o scrivo post.
Il fatto è che il blog, lungi da metter ordine ai miei lavori, in realtà li incasina perchè non avendolo pianificato bene fin dall'inizio (non avevo le idee chiare in proposito) ora mi trovo con tutto da tutte le parti. non solo: quando realizzo un progetto, il dovermi interrompere ogni minuto per fotografare i vari passaggi mi innervosisce perchè perdo la concentrazione. insomma, mi sembra che le cose che faccio siano in funzione del blog, e non viceversa.
e poi è un doppio lavoro: sapete quanto tempo ho impiegato a cucire il portafili da ricamo? un pomeriggio. e quanto tempo per scriverne il tutorial? una giornata. dedicata ad una cosa vista 320 volte (peeerò!), da persone che manco so chi sono e per la quale ho rinunciato a stare un po' con l'Altrametàdelcielo.
ma allora, che senso ha tenerlo? perchè pubblicare le mie cose in internet?
certo, mi fa piacere essere utile a qualcuno con le mie idee (molte delle quali in realtà non sono affatto originali), e non nascondo che leggere i commenti mi diverte ed è appagante; come pure gongolo quando vedo un nuovo iscritto (14 in meno di un anno non me li aspettavo proprio: grazie a tutti! - donne! c'è anche un uomo tra voi!).
e poi leggo sui blog che seguo post strani, molto seri rispetto a quelli scanzonati sull'ultima opera di piccoli artisti in erba: vi ammiro blogger, che sapete scrivere con una capacità di sintesi che io non ho, che parlate di cose profondamente vostre, che in qualche modo riuscite a guardare il vostro quotidiano da una distanza tale che vi consente di guardarvi anche dentro.
ci provo, ogni tanto anche io piazzo qui e là qualcosa di “strano”, e mi sento strana, e mi chiedo perchè poi ci sono finiti anche post che non c'entrano niente con il mio proposito iniziale: ci ho riflettuto, ma non troppo, perchè la risposta è arrivata subito. In fondo, contrariamente a come mi sento spesso, non sono scindibile, chichi è il caterpillar che parte in tromba coi suoi lavoretti per poi accorgersi a metà dell'opera che se avesse fatto in quell'altro modo avrebbe risparmiato tempo, fatica e soldini; che macina vasche per fare le traversate; che canta nel coro con le sue amiche; che fotografa alla male-e-peggio; che ha riservato un attico superaccessoriato di tutti i comfort nel proprio cuore apposta per l'Altrametàdelcielo che mi ama anche per le mie stramberie.
ecco che senso ha avuto aprire e tenere un blog: anche se non in ordine come avrei voluto, mi aiuta a tenere insieme i pezzi... direi che non c'è male!
la piazza armi e bagagli, come dichiarato in fondo in fondo alla pagina, è un posto per il libero scambio delle idee: i commenti sono graditi e benvenuti ma non ne ho mai ricevuti molti. peccato, mi sarebbe piaciuto conoscere almeno un pensiero di chi ha speso del tempo qui in piazza, come pure mi piacerebbe che prendesse vita una "conversazione" di approfondimento. non è facile perchè questo succeda: ci vuole il post giusto, l'argomento giusto, l'aver qualcosa di sensato da dire... tutto sommato la vedo più un'attività da forum che non da blog. personalmente penso che se i commenti si limitano ad un "sono d'accordo, mi piace, brava, complimenti..." senza una parolina di più ci sia ben poco da approfondire, e allora tanto vale non farli.
penso pure che sia più facile commentare un lavoretto piuttosto che un pensiero, specialmente se condiviso: magari c'entra con la nostra cultura, ma sembra quasi che ci si senta in dovere di fronte ad un manufatto di dire che è carino (anzi, no: carinissimo!); e se una cosa non piace, semplicemente stiamo in silenzio. un pensiero invece è una cosa che non tocchi, non lo guardi, per commentarlo devi farlo tuo, lo devi capire prima, altrimenti come fai a decidere se sei d'accordo o no? c'è un processo di elaborazione non proprio immediato.
così i post seri li leggo e rileggo, quasi mai li afferro al volo e spesso riesco a capirne il senso solo dopo un po' (non è che scrivete arabo, è che io sono un po' lenta su queste cose) e commentarli a quel punto mi sembra un'azione fuori tempo massimo. ogni tanto però il mio neurone si velocizza e capisco, così oso e mi lancio (peccato che esprimere la faccia tosta in scrittura sia più complicato!): e meravigliosamente si aprono nuovi orizzonti.

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