ho una domanda: che ce ne facciamo del nucleare?
premetto che non sono contraria a priori: sono consapevole che avere centrali a cento km dai nostri confini non ci mette al riparo dalle conseguenze tipo chernobyl e anche a me piace usare la corrente quanto e quando ne ho voglia. però vorrei davvero capire: gli uomini che girano per casa (cioè: l'Altrametàdelcielo, papà e fratellone) mi hanno spiegato che è il tipo di energia con la resa più alta, il che tradotto in soldoni abbatterebbe il costo dell'energia.
mh...
ricordo poco la geografia della scuola, ma so per certo che non abbiamo giacimenti di uranio, il che vuol dire che di nuovo, al pari del petrolio, dobbiamo comprare altrove la materia prima; poi c'è il piccolo problema che le centrali le dobbiamo costruire in un luogo sicuro, "idrogeologicamente" stabile e solido... ma il nostro territorio E' a rischio idrogeologico (così almeno ci hanno spiegato i geologi all'indomani dei recenti terremoti...); e le scorie, dove le mettiamo? non riusciamo nemmeno a sistemare i rifiuti di napoli!
ma siamo così sicuri che ci costi meno il nucleare?
e poi, ci arriviamo adesso, a decenni di distanza rispetto ai paesi che ci hanno preceduto: per colmare questo gap, ci vorranno parecchi soldi, e non è detto che si recuperi l'investimento: se sulla benzina il costo della materia prima incide per meno della metà perchè il resto sono solo accise e tasse anche antiche, tipo quella per finanziare la campagna d'etiopia, se tanto mi dà tanto, per quanto tempo dovremo pagare l'investimento sostenuto per realizzare il nucleare?
forse potremmo vendere l'energia prodotta all'estero, ma, se i nostri vicini di casa ne hanno così tanta che la vendono, cosa se ne farebbero della nostra?
l'ultima cosa che mi lascia perplessa, è che non ci venga chiesto il parere in proposito: anni fa c'è stato un referendum che ha detto NO al nucleare, ed ora? non importa più sapere se abbiamo cambiato idea rispetto a vent'anni fa?
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